Come l’amianto, le sostanze Perfluoro Alchiliche (PFAS) sono sicuramente cancerogene, nocive per la salute e l’ambiente.

PFAS-Sostanze-nocive-MITENI

Le PFAS, conosciute anche come il “nuovo amianto“, sono sostanze nocive presenti in tutta ITALIA. Queste sostanze inquinanti vengono utilizzate per la produzione di tantissimi prodotti industriali come le padelle antiaderenti, giubbotti idrorepellenti, imballaggi, pellicole etc.. Secondo l’OMS, sono ora considerate “sicuramente” cancerogene. In Italia ci sono 1.600 siti contaminati, con tre province del Veneto dichiarate “zona rossa”. L’Unione Europea sta valutando restrizioni sull’uso di queste sostanze.

Le Pfas, o perfluoro alchiniche, oltre che nella produzione di padelle antiaderenti, giubbotti in gore-tex, imballaggi, sono utilizzate nella produzione di schiume per estintori antincendio e dispositivi industriali come impermeabilizzanti industriali per rendere idrorepellenti superfici come pelli, pellicole, tessuti sportivi e pentolame vario. Sebbene siano molto utili, sono anche estremamente pericolosi. La regione Veneto è al centro della contaminazione, con una vasta area tra le province di Vicenza, Padova e Verona dove una falda idrica grande quanto il Lago di Garda è stata compromessa.. Queste sostanze sono passate dalla classificazione “possibilmente” cancerogene a “sicuramente” cancerogene. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms ha concluso la revisione della cancerogenicità per l’uomo dell’acido perfluorottanoico (Pfoa) e dell’acido perfluorottansulfonico (Pfos), entrambe appartenenti alla famiglia delle PFAS. Il Pfoa è stato ufficialmente classificato come un cancerogeno certo per l’uomo, categoria 1, mentre in precedenza era considerato possibilmente cancerogeno (categoria 2b). Il Pfos è stato inserito per la prima volta nella categoria 2b.

Le Pfas sono tossiche e si stima che esistano tra cinquemila e diecimila tipi diversi. Come l’amianto per l’eternit, queste sono definite “inquinanti eterni” poiché impiegano decine di migliaia di anni per degradarsi. Nel frattempo, inquinano terreni, coltivazioni e falde acquifere, entrando nella catena alimentare. Un’indagine giornalistica internazionale ha individuato più di 17.000 siti inquinati da Pfas in tutta Europa, di cui 1.600 in Italia, concentrati principalmente in Lombardia, Trentino e Veneto. La Regione Veneto ha riscontrato una vasta area contaminata da Pfas tra Vicenza, Verona e Padova, dichiarata zona rossa nel luglio 2013. La Regione ha imposto limiti sull’uso delle Pfas, ma ciò ha generato 43 ricorsi da parte delle imprese, con richieste di risarcimento danni per 98 milioni di euro. Anche in Piemonte si è verificato un notevole caso di immissione di tonnellate di Pfas nell’ambiente.

In Sicilia, sono stati identificati 35 siti contaminati da sostanze Pfas.
L’associazione italiana dei medici per l’ambiente (Isde) ha condotto uno studio sull’impatto delle Pfas in Veneto, che ha evidenziato un aumento della mortalità per cause tumorali e altre malattie croniche nella popolazione esposta. Inoltre, è in corso uno studio sulla fertilità maschile nei giovani esposti in Veneto. La Regione Siciliana ha incluso la ricerca sulle sostanze Pfas nel suo piano di controllo ufficiale dei contaminanti alimentari per il periodo 2023-2027. Dal 2018, l’Arpa Sicilia monitora annualmente 16 sostanze Pfas nelle acque sotterranee e si sono diffuse nell’ambiente, mostrando caratteristiche di persistenza, bioaccumulabilità e tossicità.

Nell’ambito europeo, la Commissione Ue ha presentato tre proposte legislative per affrontare i rischi chimici, compresi quelli derivanti dai Pfas. A gennaio del 2023, cinque nazioni europee – Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia – hanno sottoposto all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) una proposta per limitare la produzione, la commercializzazione e l’uso dei PFAS.
L’obiettivo è stabilire un quadro di monitoraggio per individuare precocemente i rischi chimici e prevenire la diffusione dell’inquinamento. Inoltre, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche ha chiuso una consultazione sulla proposta di restrizione dei Pfas presentata da alcuni paesi europei.
Si stima che senza interventi restrittivi, circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas finiranno nell’ambiente.

Le aziende produttrici che hanno attirato l’attenzione a livello mondiale sono la 3M e la Dupont. Inoltre, c’è il caso della Miteni di Trissino una società chimica italiana di proprietà di WeylChem, situata in provincia di Vicenza, che è andata in fallimento e che ora vede 15 ex manager coinvolti in un processo per disastro e inquinamento delle acque.

Be the first to comment on "Come l’amianto, le sostanze Perfluoro Alchiliche (PFAS) sono sicuramente cancerogene, nocive per la salute e l’ambiente."

Leave a comment