CGIL: la sicurezza dei luoghi di lavoro, una priorità che deve essere messa al primo posto.

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La situazione dei luoghi di lavoro in Italia in termini di salute e sicurezza è molto critica e purtroppo continua a peggiorare di anno in anno. Al 30 giugno 2023, nel nostro paese sono morte sul lavoro 450 persone, il 1,2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo significa una media di circa 3 morti al giorno! L’Emilia Romagna si trova al sesto posto a livello nazionale, con 26 vittime dall’inizio dell’anno. Questa situazione è il risultato di un modello economico che privilegia il profitto rispetto alla persona, basato su sfruttamento e precarietà. In Emilia Romagna, al 30 giugno, si sono verificati 38.587 infortuni, mentre nella nostra provincia sono stati segnalati 7.620 infortuni, con una media di 42 al giorno, di cui 10 mortali. Solo tra la fine di agosto e metà settembre, si sono verificate ben 4 morti sul lavoro! Modena e Rimini sono le province con i numeri più alti a livello regionale, con un’incidenza maggiore nella fascia di età degli ultra65quenni, a causa dell’aumento dell’età pensionabile che costringe le persone a lavorare fino a un’età molto avanzata. Anche per quanto riguarda le malattie professionali, la situazione nella nostra provincia è molto preoccupante, con un aumento del 30,4% delle malattie professionali segnalate rispetto a giugno 2022. Nonostante tutto ciò, il governo sembra non essere interessato a intervenire su questo tema. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono state completamente ignorate dall’agenda politica del paese e sembra che anche nei tavoli ministeriali aperti non se ne discuta affatto. Anzi, le azioni intraprese da questo governo dall’insediamento ad oggi vanno nella direzione opposta (Codice appalti, appalti a cascata, voucher). Nonostante abbiamo una delle leggi più avanzate in Europa, se non vengono forniti gli strumenti necessari per la sua applicazione, rimane solo carta morta. Cosa possiamo fare per migliorare la situazione?
In primo luogo, è necessaria una campagna straordinaria di controlli da parte degli organi di vigilanza in tutte le aziende, preceduta da un aumento significativo del personale nei dipartimenti di prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali e nell’Ispettorato del Lavoro. Nella nostra provincia, ad esempio, ci sono solo 43 ispettori per 48.373 posizioni aziendali aperte e 311.000 lavoratori totali. Abbiamo calcolato che la possibilità che le aziende vengano controllate è una ogni vent’anni! Nel 2021 sono state effettuate solo 2.639 ispezioni e sono state riscontrate 501 aziende irregolari, il che significa che circa un quinto delle aziende nel nostro territorio non rispetta le norme. Inoltre, non dovrebbero essere concessi finanziamenti alle imprese che non rispettano i requisiti di legalità e non applicano il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e le condizioni di lavoro in materia di salute e sicurezza. Dovrebbe essere introdotto un sistema di patente a punti per le aziende e le aziende irregolari dovrebbero essere chiuse fino a quando non si mettono in regola. Inoltre, l’Inail dovrebbe investire maggiormente nella ricerca per aumentare la conoscenza sugli infortuni e le malattie professionali e sviluppare tecnologie utili per ridurli. La materia della salute e sicurezza dovrebbe essere inclusa nei programmi scolastici e universitari. La formazione obbligatoria e continua dovrebbe essere garantita per i lavoratori durante tutta la loro carriera, così come per i datori di lavoro. Le norme del recente Codice degli Appalti dovrebbero essere modificate, i voucher aboliti e la precarietà superata. Infine, dovrebbe essere introdotto il reato di omicidio sul lavoro e dovrebbe essere istituita una Procura nazionale dedicata esclusivamente agli infortuni sul lavoro. A livello regionale, nel settembre 2022 è stato condiviso un Protocollo per la tutela che bisogna estendere a livello territoriale.

da Relazioni Sindacali CGIL Modena Aurora Ferrari, responsabile salute e sicurezza segreteria Cgil Modena

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