La mancanza del documento sulla valutazione dei rischi e dei DPI, non avrebbe impedito l’incidente mortale di Giovanni Liverani

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Interessante sentenza che solleva dalle responsabilità penali il datore di lavoro per le inadempienze degli obblighi imposti da D. lgs. 81/2008 smi in materia di tutela e prevenzione antinfortunistica dei lavoratori aziendali.
La mancanza di un documento sulla valutazione dei rischi, non avrebbe impedito l’incidente mortale sul lavoro, che invece è stato causato da una saldatura difettosa. Questa è la conclusione delle motivazioni della sentenza di assoluzione pronunciata a maggio per i due imputati coinvolti nell’infortunio avvenuto il 21 dicembre 2017 presso la Sueco SpA di Faenza in provincia di Ravenna. Durante l’incidente, una piattaforma aerea semovente su cui due persone stavano sostituendo dei corpi illuminanti è precipitata da un’altezza di circa 7 metri. A seguito di questa caduta, il 45enne elettricista faentino Giovanni Liverani ha perso la vita, mentre un 18enne che partecipava a un programma di alternanza scuola-lavoro, è rimasto ferito.

I due imputati che sono stati processati per questo incidente mortale sono l’ex datore di lavoro della Sueco, un 68enne di Castel Bolognese, e l’ex presidente del consiglio di amministrazione della Tigieffe di Reggio Emilia 77enne di Luzzara. Al responsabile della Sueco veniva principalmente contestata la mancata elaborazione del Documento di valutazione dei rischi nel contesto dei suoi doveri di coordinamento, protezione e sicurezza. Secondo il giudice Antonella Guidomei, l’indagine condotta dai consulenti tecnici ha dimostrato che la causa della caduta del cestello è stata la rottura di un componente strutturale chiamato “attuatore rotante”, che non era stato realizzato dalla Tigieffe, la società produttrice della piattaforma aerea, ma acquisito dalla ditta fabbricante Moveco srl. È stato rilevato che Moveco srl aveva erroneamente assemblato le componenti dell’attuatore utilizzando due tipologie di acciaio non saldabili tra loro. A causa di questo difetto meccanico relativo alla saldatura delle parti metalliche, i due responsabili individuati hanno patteggiato una pena di 8 mesi ciascuno. Pertanto, secondo il giudice, “alla luce delle unanimi conclusioni raggiunte, si può affermare che il collasso della navicella della piattaforma aerea sia stato determinato da un difetto di costruzione ed assemblaggio da parte della Moveco srl”, e da ciò si deduce che

l’assoluta mancanza di nesso causale tra la mancata predisposizione del Documento di valutazione dei rischi e l’incidente rende esimente il datore di lavoro della Sueco SpA dall’ incriminazione di omicidio colposo“.

Per questa ragione, si è giunti alla conclusione dell’irrilevanza del Documento Valutazione dei Rischi DVR, in quanto l’infortunio e per questo il decesso si sarebbe verificato anche se l’elettricista e lo stagista avessero utilizzato i dispositivi di protezione prescritti per l’uso di quella macchina. Anche in questo caso, le conclusioni dei consulenti sono negative, poiché i dispositivi prescritti consistevano in una cintura di sicurezza con sistema di trattenuta ancorato al telaio della navicella, in grado di limitare eventuali sobbalzi, ma non di prevenire o fermare la caduta, nel caso di rottura della navicella.

Per quanto riguarda la posizione del responsabile Tigieffe srl, è stato stabilito che la responsabilità della saldatura deve essere attribuita alla Moveco srl, mentre Tigieffe si limitava ad acquistare il componente marcato CE – che certifica la conformità ai requisiti di sicurezza sotto la responsabilità del fabbricante – senza avere alcun ruolo nella sua fabbricazione. Pertanto, secondo il giudice, sarebbe sproporzionato richiedere al costruttore di una macchina di verificare le modalità di saldatura, che inoltre non rientrano nel campo delle verifiche periodiche, che si limitano al controllo dei sistemi di sicurezza applicati dal costruttore e non delle parti o elementi meccanici.

 

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