Il rider subordinato o autonomo, quali tutele per la propria sicurezza?

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Il rider subordinato o autonomo, quali gli adempimenti per la propria sicurezza?

Chi è il datore di lavoro dei rider? Laddove in alcune città come Roma , Milano , Torino, sono sorte apposite piattaforme e il rider è dipendente, lì c’è un datore di lavoro cui imputare gli obblighi di organizzazione del lavoro ai fini della protezione e prevenzione della sicurezza e igiene del lavoro. Saranno allora garantiti turni lavoro e di riposo, assicurazione da incidenti, e fornite disposizioni idonee allo svolgimento del lavoro.
Laddove invece il rider resta ancora un lavoratore autonomo, può essere imputato tutto il bagaglio di oneri della sicurezza a lui soltanto? Un lavoratore autonomo spesso si relazione con una organizzazione del lavoro che pertanto risponde entro certi limiti del suo operato.
Qualora avulso da qualsiasi contesto, il lavoratore autonomo ha gli unici obblighi previsti dall’art. 21 TU sicurezza e igiene del lavoro, quindi non ha alcun obbligo formativo e di Sorveglianza Sanitaria o perlomeno con oneri a proprio carico ha facoltà di esercitare tali adempimenti . Tuttavia nel caso dei rider la sorveglianza sanitaria è obbligatoria se inquadrato e subordinato all’interno di una organizzazione. Guidare un mezzo che sia esso motorizzato o meno, comporta rischi per il lavoratore e la collettività, e pensare di esentare il lavoratore, se fosse autonomo, dall’obbligo di visita medica periodica appare un controsenso . Insomma il lavoratore autonomo si obbliga a compiere un’opera o un servizio, con gestione a proprio rischio e senza vincolo di subordinazione nei confronti di chi gli ha affidato il lavoro (committente). Esiste però sempre un committente, e questi può essere chiamato in causa nel caso di incidente. Il committente non può che essere colui che commissiona la consegna . Deve quindi esistere una assicurazione obbligatoria per tali lavoratori se autonomi come ad esempio per le casalinghe. Ma non basta assicurare, occorre prevenire oltre che garantire il benessere. E ci saranno quindi istruzioni e procedure standard che riguardano la categoria.
Il lavoratore autonomo non ha personale dipendente. Sarà per lui tuttavia, la categoria sindacale che rappresenta i lavoratori con un rapporto di lavoro autonomo, ovvero professionisti non iscritti agli ordini professionali, a tutelarlo appunto come lavoratore autonomo (vedasi CGIL).
Al lavoratore autonomo sarà assicurata (presso l’Inail) la tutela in caso di:
infortunio sul lavoro; malattia professionale; indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta; indennizzo in capitale per la menomazione dell’integrità psicofisica (danno biologico). Ma resta la domanda: chi organizza il lavoro del rider? Insomma è davvero il rider autonomo o assimilabile a un lavoratore dipendente?
Il supermercato o lo store che consegna cibo al rider da consegnare a domicilio, garantisce determinati standard igienici e quindi dovrà garantirli fino alla consegna. Ciò non è invece per nulla garantito dai cassoni adoperati dai rider per il trasporto. Si è visto che essi contengono colonie di batteri . Chi consegna il cibo al rider dovrà quindi preoccuparsi di dare istruzioni al rider e assicurarsi che questi sterilizzi periodicamente il cassone. Dovrà inoltre garantire il
mantenimento delle condizioni organolettiche del cibo da consegnare. Darà quindi istruzioni al rider per una consegna rapida se necessario, eventualmente indicando le strade migliori e più rapide da percorrere. Insomma questa interferenza del supermercato o dello store nella attività del rider fa ravvisare un rapporto di fatto di subordinazione. Il rider sarà inquadrato in una organizzazione come dipendente oppure sarà autonomo ma sempre con disposizioni e indicazioni da parte di qualcuno che sarà il suo datore di lavoro di fatto. Questi si farà carico di verificare il soddisfacimento degli adempimenti di sicurezza anche controllando la sussistenza dell’assicurazione stradale obbligatoria , la adesione del lavoratore alle rappresentanze sindacali e iscrizione al fondo Inail , oltre che fornendo indicazioni operative per migliorare il servizio e contemperando il tutto con le migliori condizioni di lavoro idonee a prevenire eventuali rischi , ad esempio fornendo idonei packaging per la questione del rischio batteriologico e dando istruzioni al rider che vive ore ed ore per strada al fine di garantirne l’igiene personale.

Redazione NotiziarioSicurezza.it by arch. Giuseppe Somma

About the Author

Giuseppe Somma
Giuseppe Somma, architetto, funzionario tecnico presso università degli studi di Napoli Federico II, addetto interno del Servizio di Prevenzione e Protezione dello Ateneo. Specializzazioni post laurea in Progettazione urbana nonché specializzazione in manutenzione ed edilizia urbana, master di tecnico della sicurezza. Componente Commissione sicurezza presso ordine architetti di Napoli. Al suo attivo, la pubblicazione di testi in tema di sicurezza e igiene del lavoro.

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