Un imprenditore di 62 anni a Bastia Umbra è stato accusato di “intermediazione illecita” e “sfruttamento del lavoro” di alcuni lavoratori stranieri originari del Bangladesh e della Nigeria nella sua azienda agricola. Il pubblico ministero ha richiesto il rinvio a giudizio dell’uomo.
L’imprenditore è stato accusato di sfruttare la situazione di difficoltà di alcuni lavoratori, i quali non avevano un alloggio, avevano problemi linguistici e dovevano inviare denaro alle loro famiglie. In alcuni casi, questi lavoratori non possedevano neanche il permesso di soggiorno. L’imprenditore li retribuiva con salari irrisori e in alcuni casi non li pagava affatto. Uno dei lavoratori ha ricevuto solo 240 euro per un mese intero di lavoro, ovvero 1 euro all’ora. Altri lavoratori hanno lavorato 7 giorni su 7 per 8 ore al giorno, con salari compresi tra 400 e 500 euro. Inoltre, uno dei lavoratori ha dovuto pagare 180 euro al mese per una camera in un edificio fatiscente senza acqua, gas e luce anche in inverno. Non sono state prese misure di sicurezza sul lavoro e gli inquirenti hanno riscontrato minacce e urla da parte dell’imprenditore verso chi chiedeva un salario più equo. La decisione finale su un possibile processo spetterà al gip di Perugia.
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