Il termine “Treno fuori” veniva utilizzato come codice di avvertenza per comunicare ai lavoratori addetti alle manutenzione, che dovevano abbandonare immediatamente i binari quando per l’arrivo imminente di un treno. In genere, i manutentori si spostavano con un salto per evitare il convoglio, anche se rimanere sulle rotaie fino all’ultimo era diventato un’abitudine durante le attività di preparazione, ovvero quelle svolte prima del lavoro vero e proprio indicato nell’incarico fornito da RFI. Nonostante la consapevolezza del rischio, sembra che i manutentori avessero l’abitudine di svolgere queste attività senza autorizzazione, ritenendosi al sicuro e inconsapevoli dei pericoli a cui si esponevano. Questa pratica sta emergendo nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Brandizzo, che ha visto la morte di cinque operai nella notte del 30 agosto. Anche il caposquadra superstite, Andrea Girardin Gibin, ha confermato che i lavoratori si spostavano sui binari senza autorizzazione durante le attività preliminari, ma che l’allerta “Treno fuori” non significava che il convoglio stesse arrivando in quel momento, bensì era un avvertimento per spostarsi prima del suo arrivo. Gli inquirenti stanno indagando sulla prassi consolidata nel tempo dei lavoratori che si spostavano sui binari senza autorizzazione, anche durante le operazioni di sbullonaggio dei binari. L’indagine potrebbe allargarsi ulteriormente per esaminare le fasi del lavoro sulle ferrovie in generale. La ricostruzione del momento dello schianto è più complicata, ma sembra che le vittime e i capi fossero già sui binari da almeno mezz’ora quando il treno è arrivato. Tuttavia, la mancanza di autorizzazione per lavorare sui binari rappresenta un problema serio per la tutela della sicurezza dei lavoratori.