Le neuroscienze possono aiutare a comprendere le cause degli infortuni? Cambiare paradigma per migliorare la prevenzione degli infortuni.

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marco-ferroL’autore Marco Ferro, ha deciso di scrivere l’articolo che qui alleghiamo, a seguito di un’interessante confronto con un discente partecipante ad uno dei suoi corsi formativi. Il professionista che si racconta, attento e preparato ha innanzitutto voluto precisare di aver sempre svolto con impegno e diligenza gli incarichi professionali che generalmente è chiamato a svolgere, trovando non poche difficoltà nell’esercizio della propria professione, nella sua qualità di ingegnere/coordinatore per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, attività quest’ultima per la quale, spesso ha avvertito un senso di paura, ovvero la paura di sbagliare e di commettere errori, errori per i quali si è poi chiamati a pagare le conseguenze. Ci racconta inoltre di aver avuto paura di fare di più rispetto ai propri obblighi o di andare oltre le proprie competenze al solo fine di garantire la sicurezza imposta per legge. Ciò nonostante, fatalmente  spesso ci  si ritrova di fronte a infortuni causati da lavoratori che non hanno rispetto per le più elementari regole della sicurezza, magari per distrazione, magari per una carente formazione o altre cause non prevedibili se non dopo un tragico evento. Non si cerca, con questo articolo, di scaricare le responsabilità, ma si vuole far capire che l’aspetto dominante è la paura che ci affligge, sentendoci come un padre incapace di gestire l’educazione del proprio figliolo e che usa la punizione come metodo per educarli suo essere distratto. Noi tecnici siamo sommersi da slogan sulla sicurezza che in realtà non aggiungono molto di più ai nostri confusi pensieri ma che spesso ci confondono ancor più. Anche questo aspetto purtroppo genera incertezze e paura.

È bello vedere qualcuno che cerca il confronto e si apre, soprattutto quando si tratta di un tecnico esperto che avrebbe potuto semplicemente fare il suo aggiornamento e portarsi a casa il suo rinnovato attestato. Invece, si è messo in gioco aprendosi al confronto, che è una delle basi da cui ognuno di noi può partire per sviluppare competenze non tecniche o competenze soft skills. Questo impone un obbligo di riflessione circa il fatto che non si smette mai di apprendere ed imparare, anche per chi come l’autore dell’articolo, ha oltre 25 anni di esperienza sviluppata nel settore della prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro. Non è importante imparare nuove norme tecniche (che comunque non fanno mai male), ma si preferisce il confronto umano che stimola ed amplia le nostre conoscenze.

Pertanto, in questo articolo, si vuole parlare della paura come parte della risposta a questa situazione, intesa come paura della responsabilità e della sanzione. Come tutti possiamo immaginare, la paura è uno stimolo inefficace.

La paura non aiuta a lavorare. Il primo punto da cui partire è che la paura si manifesta in modi diversi quando non può essere espressa o risolta. Può coinvolgere la mente, bloccando alcune aree specifiche del cervello, così come il corpo, causando tensione muscolare e disturbi intestinali. Può generare confusione e farci sentire bloccati e privi di risorse, esattamente l’opposto di ciò che serve sul lavoro oggi: flessibilità, capacità di generare soluzioni e idee creative, collaborazione, velocità, fluidità e concentrazione pronta a cambiare direzione se necessario.

Secondo le neuroscienze, la paura agisce su un sistema mentale antico e ha un impatto prevalente rispetto alla ragione. In altre parole, non serve a molto conoscere a memoria tutte le norme (contenute nella neocorteccia) quando hai una paleocorteccia (sede degli istinti) che ti riempie di paura, tensione e limita la concentrazione!

La norma come “zona di comfort”. Rispetto ai continui aggiornamenti e alle continue richieste, la norma può sembrare un luogo sicuro in cui rifugiarsi e su cui facilmente confrontarsi, ma è anche un esercizio mentale che può limitare la nostra capacità di adattamento e crescita.

Marco Ferro  – CEO & Founder Mindfulsafety© Leggi qui l’articolo completo

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