Non si può morire di lavoro. Storie di giovani vite spezzate

Non si può morire di lavoro. Storie di vite spezzate

Raffaele Bortoliero: Non si può morire di lavoro. Storie di giovani vite spezzate

Raffaele Bortoliero racconta le vicende di molti giovani che avevano sogni e nutrivano aspirazioni, guardando al futuro con ottimismo e speranza; persone che, improvvisamente, hanno perso la vita nei luoghi di lavoro per mancanza di sicurezza. Storie di giovani vite spezzate.
L’incontro con i familiari ha condotto l’autore a descriverne la disperazione, la solitudine, la sofferenza e il grido di dolore. Ma anche la necessità di giustizia.

La presentazione del libro in un evento organizzato, presso la camera del lavoro dalla CGIL di Cosenza, con lo scopo preminente di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragicità degli eventi infortunistici che inarrestabili continuano a mietere vittime innocenti. Lavoratori di ogni età la cui colpa è stata quella di recarsi al lavoro nel giorno della loro morte. Destino o semplice fatalità? Nulla del genere, semplicemente omissione dei sistemi di sicurezza e dei protocolli che dovrebbero garantire e tutelare la sicurezza di ogni lavoratore. Unanime lo sdegno dei presenti nei confronti di uno stato inefficace ed inefficiente nel garantire i necessari controlli a tutela delle tante persone che quotidianamente svolgono il proprio dovere! Morire nello svolgere il proprio lavoro è una cosa assolutamente inaccettabile “non si può morire di lavoro“. Oltre ai vertici della CGIL di Cosenza che ha visto la partecipazione del segretario territoriale  Umberto Calabrese, alla manifestazione ha preso parte il Dott. Raffaele Bortoliero, autore del libro edito dall’ Editrice Artistica Bassano, oltre ai parenti di alcune vittime di cui si descrive la tragicità dell’ evento infortunistico.
Alla manifestazione ha preso parte anche la cugina di Luana D’orazio di 22 anni morta il 3 maggio del 2021, ed i fratelli del giovane Roberto Morelli  di Cercola (Na), morto a soli 32 anni schiacciato da una balla di bottiglie di plastica pressate, che stava caricando su un camion a Castelnuovo Vomano, in provincia di Teramo.

Non si può morire di lavoro

 

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